Il Fenomeno della Violenza e la Narrazione Distorta
La violenza è una piaga sociale che colpisce indistintamente uomini e donne, ma la sua rappresentazione mediatica è tutt’altro che equa. Il femminicidio, fenomeno grave e meritevole di attenzione, è spesso trattato dai media con un’enfasi sensazionalistica, trasformandolo nell’unico argomento di discussione, mentre altre forme di violenza vengono sistematicamente ignorate.
Questa narrazione selettiva crea una percezione distorta della realtà: si alimenta l’idea che la violenza sia un

problema unidirezionale, quando invece le statistiche dimostrano che anche gli uomini subiscono aggressioni, abusi e persino omicidi, spesso per mano femminile. Tuttavia, questi casi raramente trovano spazio nei titoli di giornale o nei dibattiti televisivi.
Analisi Statistica: La Violenza Subita da Uomini e Donne
Secondo i dati raccolti da Eurostat, nel 2022 il numero di donne vittime di violenza sessuale è stato significativamente più alto rispetto agli uomini (64,2 donne per 100.000 abitanti contro 10,9 uomini). Tuttavia, quando si analizzano le aggressioni fisiche non sessuali, emerge che gli uomini subiscono più violenze da parte di non-partner rispetto alle donne.
Un altro dato interessante riguarda gli omicidi: secondo il World Bank Gender Data Portal, gli uomini hanno una probabilità significativamente più alta di essere vittime di omicidio rispetto alle donne. Eppure, mentre il femminicidio è costantemente al centro dell’attenzione mediatica, gli omicidi di uomini vengono trattati come episodi di cronaca ordinaria, senza alcuna riflessione sociale o politica.
La Discriminazione nella Narrazione Giornalistica
Questa disparità nella rappresentazione della violenza non è casuale. I media tendono a enfatizzare le notizie che generano maggiore indignazione e coinvolgimento emotivo, trasformando il giornalismo in una caccia alla notizia più sensazionale. Il femminicidio, per la sua carica emotiva e simbolica, diventa il tema dominante, mentre altre forme di violenza vengono relegate a semplici statistiche.
Questa selezione arbitraria delle notizie porta a una distorsione della percezione pubblica: si crea l’idea che la violenza sia
un problema esclusivamente maschile, mentre le vittime maschili vengono ignorate. Questo non significa minimizzare la gravità del femminicidio, ma evidenziare come la narrazione mediatica sia parziale e influenzata da logiche di spettacolarizzazione.
La Magistratura e la Responsabilità nella Gestione della Violenza
Oltre alla narrazione mediatica, un altro problema cruciale è la gestione della violenza da parte della magistratura. Troppo spesso, individui recidivi, già noti per comportamenti violenti, vengono lasciati liberi di reiterare i loro crimini. La leggerezza con cui vengono amministrate le pene contribuisce a una spirale di violenza che potrebbe essere evitata con interventi più severi e tempestivi.

Quante vite sono state spezzate per colpa di una giustizia inefficace? Quanti omicidi si sarebbero potuti evitare se i colpevoli fossero stati fermati prima?
La magistratura ha una responsabilità enorme nel garantire che la violenza, indipendentemente dal genere della vittima, venga punita con la giusta severità.
Riportare l’Attenzione su Tutte le Vittime
La violenza non ha genere. È un problema sociale che deve essere affrontato nella sua totalità, senza distorsioni mediatiche o discriminazioni narrative. È fondamentale che il giornalismo torni a essere uno strumento di informazione e analisi, piuttosto che una macchina sensazionalistica.
Allo stesso tempo, la magistratura deve assumersi la responsabilità di garantire che i crimini violenti vengano puniti con la giusta severità, evitando che individui pericolosi continuino a mietere vittime.
La vera giustizia non si costruisce sulla spettacolarizzazione, ma sulla consapevolezza e sull’equità.
Se vogliamo davvero combattere la violenza, dobbiamo iniziare a guardarla nella sua interezza.
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