L’Italia, culla di civiltà e diritti, si trova oggi a fronteggiare una crisi morale che non può essere ignorata. Mentre la Striscia di Gaza brucia sotto il fuoco incessante di un conflitto che sta mietendo vittime innocenti, il governo italiano si trincera dietro un immobilismo vergognoso, evitando di prendere una posizione netta contro le atrocità perpetrate da Israele1.
La diplomazia italiana si è limitata a dichiarazioni di circostanza, senza mai condannare apertamente le violenze, senza mai invocare sanzioni, senza mai alzare la voce per difendere i diritti umani2. Questo silenzio non è neutralità, ma tacito assenso. È la scelta deliberata di voltarsi dall’altra parte mentre la popolazione palestinese viene decimata, mentre la fame e la violenza diventano strumenti di guerra3


La stampa, che dovrebbe essere il cane da guardia della democrazia, si è trasformata in un docile animale da compagnia,
evitando di mettere sotto accusa l’inerzia del governo, minimizzando la tragedia in corso, nascondendo sotto il tappeto le responsabilità politiche di chi, con il suo silenzio, legittima il massacro.
L’opposizione ha gridato allo scandalo, denunciando l’ipocrisia di un esecutivo che si dice impegnato per la pace, ma che nei fatti ha bocciato ogni mozione che chiedeva un intervento concreto per fermare la carneficina.
Le bandiere palestinesi sventolate in Parlamento sono il simbolo di una protesta che non può essere ignorata, di una richiesta di giustizia che deve trovare risposta.
L’Italia ha il dovere di schierarsi, di prendere posizione, di condannare senza ambiguità le violenze e le violazioni del diritto internazionale.
- Ogni giorno di silenzio è un giorno di complicità.
- Ogni parola non detta è una mano tesa a chi continua a bombardare, affamare e distruggere.
Fonti:
- Notizie.it
- Informazione.it
- Gaeta.it
-
www.ilpost.it
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