L’articolo 24 della Costituzione italiana afferma che “tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi” e che “la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento”. Eppure, nella pratica, questo principio viene calpestato da

costi giudiziari insostenibili, trasformando il diritto alla giustizia in un privilegio riservato a pochi.
I COSTI CHE RENDONO IMPOSSIBILE DIFENDERSI
Contributi unificati, marche da bollo, spese procedurali e parcelle legali pesano come un macigno sulle spalle dei cittadini. Non è solo un problema per le fasce più deboli: anche il ceto medio ormai fatica enormemente a sostenere i costi di una causa legale. Molti rinunciano a difendersi non perché abbiano torto, ma perché non possono permetterselo.
LO STATO NON COLLABORA: IL FALLIMENTO DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI
Il governo, invece di rendere la giustizia accessibile, perpetua una situazione di disuguaglianza attraverso ammortizzatori sociali inadeguati. Il gratuito patrocinio, teoricamente destinato ai meno abbienti, è vincolato agli indici ISEE,
ma queste soglie sono fuori dalla realtà e non tengono conto delle vere esigenze della popolazione italiana. Molti cittadini, pur avendo difficoltà economiche reali, risultano esclusi dall’aiuto e sono costretti ad affrontare da soli spese proibitive.
LA GIUSTIZIA NON PUÒ ESSERE UN LUSSO
Uno Stato democratico non può permettersi un sistema giudiziario che favorisce solo chi ha mezzi economici. È urgente una riforma radicale che abbassi i costi, renda realmente accessibile il gratuito patrocinio e garantisca che la giustizia sia un diritto effettivo e non un miraggio.
Se la legge è uguale per tutti, allora deve esserlo davvero, senza barriere economiche che separano i cittadini in chi può difendersi e chi deve subire ingiustizie in silenzio.
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Commenti
È assurdo il fatto che lo stato appoggi solo chi ha "fortuna" perché la legge è o non è uguale per tutti? Io mi farei due domande...😐😐😐😤😤😢