Oltre il Velo: Religioni, Credenze ed Esoterismo nella Società Moderna

Pubblicato il 3 luglio 2025 alle ore 01:25

L’inferno dei dogmi: come le religioni hanno tradito il Dio che dicono di adorare.

A Coloro che temono il confronto con la “verità critica” consiglio di NON leggere l’articolo.


  Nel corso della storia, le religioni istituzionalizzate hanno spesso presentato un’immagine di Dio che stride con i concetti di amore, giustizia e misericordia. Dottrine contraddittorie, minacce di punizioni eterne e pratiche coercitive hanno trasformato ciò che dovrebbe essere un cammino spirituale in un sistema di controllo emotivo e sociale.

Dottrine intimidatorie e contraddizioni teologiche

  Molti insegnano che chi non si conforma sarà condannato all’inferno eterno. Ma questa visione è supportata dalla Bibbia?

  • “Temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella Geenna.” – Matteo 10:28 - Contesto: Gesù sta incoraggiando i suoi discepoli a non temere la persecuzione umana. La “Geenna” era la valle di Hinnom, una discarica fuori Gerusalemme dove si bruciavano rifiuti: simbolo di distruzione definitiva, non di tormento eterno.
  • “Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù.” – Romani 6:23 - Contesto: Paolo scrive ai cristiani di Roma per spiegare che il peccato porta alla morte spirituale, ma Dio offre vita eterna come dono gratuito. Nessun riferimento a punizioni eterne, ma a una scelta tra due destini: vita o morte.
  • “Io non godo della morte del malvagio, ma che il malvagio desista dalla sua condotta e viva.” – Ezechiele 33:11 - Contesto: Dio parla tramite il profeta Ezechiele al popolo d’Israele in esilio. Il messaggio è chiaro: Dio desidera il pentimento, non la condanna. È un appello alla responsabilità individuale e alla conversione.

  In nessuna di queste scritture si parla di un luogo eterno di tortura: si parla di morte, di distruzione, e di pentimento voluto da Dio, non di sadismo eterno.

L’inferno: invenzione teologica o realtà biblica?

  Termini originali come Sheol e Hades indicano la tomba, non il tormento.

L’inferno come lo immaginiamo è stato filtrato da influenze greche e medievali.

  • “La morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda.” – Apocalisse 20:14
  • - Contesto: Visione apocalittica di Giovanni. Qui la “morte seconda” rappresenta l’annientamento definitivo, non la sopravvivenza in un luogo di tormento. Anche la “morte” e l’“Ades” vengono distrutti, segno che non sono eterni.
  • “Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo nello Sheol, eccoti.” – Salmo 139:8 - Contesto: Davide esprime la onnipresenza di Dio: anche nella morte (Sheol), Dio è presente. Lo Sheol non è un inferno punitivo, ma il luogo neutro dei morti, dove vanno giusti e ingiusti.
  • Persino i giusti vanno nello Sheol, segno che non si tratta di un luogo punitivo ma del destino umano comune.

 

L’uso dell’inferno come strumento di potere

  Nel Medioevo, si usava la paura per controllare: offerte in cambio del paradiso, eresie punite con il rogo, Bibbie vietate al popolo.

Ma Gesù condannò proprio i religiosi ipocriti:

  • “Serpenti, razza di vipere! Come potrete sfuggire alla condanna della Geenna?” – Matteo 23:33 - Contesto: Gesù si rivolge agli scribi e farisei, accusandoli di ipocrisia e abuso spirituale. La Geenna è usata come simbolo di giudizio, ma rivolto ai capi religiosi, non al popolo.

  Cristo non parlava ai peccatori, ma ai capi religiosi, rei di ipocrisia e di inganni sulla verità.

 

 

L’ostracismo e la repressione del dissenso

  Ancora oggi, molte religioni praticano l’ostracismo verso chi pone domande. Ma la Bibbia valorizza il confronto e la giustizia:

  • “Chi risponde prima di ascoltare mostra stoltezza e si copre di vergogna.” – Proverbi 18:13 - Contesto: Proverbio sapienziale che invita all’ascolto attento prima di giudicare. Un principio che condanna l’ostracismo e l’arroganza religiosa.
  • “Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto giudizio.” – Giovanni 7:24 - Contesto: Gesù risponde a chi lo accusava di violare il sabato. Insegna che il giudizio deve essere equo, non basato su apparenze o tradizioni religiose.

  La verità non ha paura delle domande, e Dio non teme il dialogo.

 

Quando la religione allontana da Dio

  Frasi come “Dio voleva un angioletto” o “un angelo lo ha sfidato” sono retoriche insensibili che attribuiscono a Dio scelte capricciose o debolezze.

  Ma la Scrittura dice:

  • “Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno.” – Giacomo 1:13 - Contesto: Giacomo chiarisce che la tentazione nasce dal cuore umano, non da Dio. Dio non è autore del male, né lo usa per mettere alla prova in modo crudele.
  • “Dio è amore.” – 1 Giovanni 4:8 - Contesto: L’apostolo Giovanni scrive a una comunità cristiana per ricordare che l’amore è l’essenza stessa di Dio. Non può quindi essere autore di tormenti eterni.

  Un Dio che è amore non gioisce nel dolore, e non è crudele per principio.

 

La spiritualità come cammino personale

  • “Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi.” – Giovanni 8:32 - Contesto: Gesù parla a Giudei che avevano creduto in lui. La “verità” è la sua parola, che libera dalla schiavitù del peccato, non da un inferno letterale. La libertà è spirituale.

  La verità è nel cuore, non in un pulpito. Nessuna istituzione ha il monopolio su Dio. La spiritualità vera non nasce dal terrore, ma dalla ricerca sincera, personale, libera.


Prossimamente: il Dossier “La Verità rende liberi”

Questo articolo inaugura una serie editoriale esclusiva a cura de L’Anticonformista Indipendente, intitolata “La Verità rende liberi”, un'indagine profonda e coraggiosa sui principali dogmi religiosi alla luce delle Sacre Scritture, del contesto storico e del pensiero critico.

Tra i temi in arrivo:

  • Anima immortale o mortalità dell’uomo?
  • Ostracismo spirituale: disciplina o controllo?
  • Clero, titoli e potere: cosa insegnava davvero Gesù?
  • Decime, indulgenze e ricatti morali
  • Spiritualità senza religione: Dio fuori dai dogmi

Ogni episodio sarà accompagnato da versetti contestualizzati, analisi storiche, e riflessioni libere da imposizioni confessionali.

Perché Dio non teme la verità. Sono gli uomini a temerla.


Valutazione: 0 stelle
0 voti

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.